Volare è il contrario del viaggio. Attraverso una discontinuità dello spazio, sparisci nel vuoto. Accetti di non essere in nessun luogo per una durata che è anch’essa una specie di vuoto nel tempo. Poi riappari, in un luogo e in un momento senza rapporto col dove e col quando in cui eri sparito. (I.Calvino)
King crimson a palla nel cuore della notte. Parte così il nostro mini viaggio, ricavato da una settimana corta strappata al lavoro (si, anche qualche giorno in più).
Ormai siamo alla seconda settimana di ottobre, e qui in Italia non è che poi faccia così freddo, anche se di certo non ci possiamo più permettere le maniche corte. Siamo già pronti, Gianluca carica il suo zaino in macchina mentre Paolo rulla la prima sigaretta della giornata. Un abbraccio prima della partenza, che già prelude buone avventure, e partiamo col volume dello stereo a palla.
Chiamatela come volete: Granada, Andalusia, Costa del Sol… ma il risultato è sempre quello. Stiamo andando a volare nel sud della Spagna, dove sembra che il sole sia rimasto a mitigare la stagione autunnale che sta arrivando.
Abbiamo due macchine, al posto di un furgone più grande prenotato inizialmente e che poi non abbiamo confermato. La mia presenza infatti è stata in bilico fino all’ultimo secondo, e i borsoni erano troppo grandi per stare in una macchina soltanto.
Il paese si chiama Almunecar, una piccola cittadina sul mare con poco più di 20.000 abitanti, una sessantina di km a sud di Granada. Finalmente arriviamo al nostro Hotel California, ed il nome è già un programma. Ci accoglie Tracy, la direttrice, una piacevole e sorridente signora Londinese, trasferita da una ventina di anni lì, assieme a Dirk, il marito: un Belga distinto e professionale, un uomo di fatti e poche parole. Lei gestisce l’hotel, mentre Dirk è un istruttore di parapendio, e abitualmente porta i clienti dell’hotel a volare nella zona.
Sono specializzati in questo tipo di vacanza, e molti clienti, da tutta europa, e per tutto l’anno organizzano la propria vacanza all’Hotel California. Noi rispolveriamo il nostro Inglese maccheronico, mentre Tracy ci risponde in un perfetto british style, scandendo bene le parole, sicuramente per farci comprendere meglio i discorsi.
Quando arriviamo, Dirk è già fuori a volare con altri ospiti e quindi lo attendiamo in hotel. Al suo rientro, facciamo un po’ di chiacchiere e ci chiede la nostra esperienza col parapendio, vuole essere sicuro che non avremo problemi a volare.
Da lì a poco raggiungiamo Otivar, un piccolo paese, distante meno di venti minuti all’hotel, dove sembra sia possibile volare decentemente per tutta la giornata.
Arriviamo all’atterraggio, per un breve briefing di volo. Dopo averci dato qualche notizia utile sul posto e sulla direzione del vento, ci accompagna fin su alle antenne della montagna soprastante. Un minuscolo decollo è lì, pronto ad intimorirci.
Non è particolarmente brutto, ma è corto, e non offre una frenata adeguata in caso sia necessario fermare il decollo. In pratica non possiamo permetterci di sbagliare. notiamo che ci saranno si e no 300 metri di dislivello, ma la conformazione delle montagne ci garantiscono una discreta attività termica.
Infatti, subito dopo il decollo, lo strumento già segna termiche da tutte le parti. In breve sono già qualche centinaio di metri sopra le antenne, e dall’alto riesco a vedere il mare in lontananza, che fino a poco prima era coperto da una grossa montagna sullo sfondo. Il terreno sottostante è molto irregolare, e il vento si fraziona di conseguenza, creando qualche difficoltà a volare tranquilli.
Sono rimasto lì sopra almeno un’ora, divertendomi e “sfidando” le termiche, che a tratti aumentavano di intensità.
Dopo un atterraggio più o meno movimentato, ci facciamo accompagnare al mare, dove c’è un sito di volo adatto alla dinamica. Anche qui il decollo è sufficientemente pericoloso, senza una via di fuga, e con dei bellissimi cactus sotto la collina che ti invitano a schiantarti su di loro.
Ma una volta decollati tutto cambia. La brezza del mare sostiene tranquillamente la vela a qualche centinaio di metri di altezza, lungo tutto il costone che sovrasta il mare. Il posto è unico, per tutta la costa, si vedono decine di ville rigorosamente bianche, con piscine e giardini curati. Qualche persona ci saluta dal basso e noi rispondiamo divertiti. Un posto veramente piacevole, dove il sole in questo periodo non scotta troppo, ed il vento è perfetto per fare un volo in assoluta tranquillità.
Chiaramente il volo finisce quando in lontananza notiamo un bar sulla spiaggia. Finalmente, grazie anche a qualche sgraziata manovra riesco ad atterrare, ed aspetto gli altri ragazzi che scendano, davanti ad una fresca birra ghiacciata.
Dopo esser tornati in hotel, ed aver scambiato quattro chiacchiere con Dirk e Tracy, ci prepariamo per la serata. Il paese non è grande, ed in pochi minuti abbiamo già memorizzato le vie principali.
Se andate da quelle parti, ricordatevi di fare una scappata a cena al ristorante Casa la Parra, un fantastico posto in uno dei stretti vicoli di Almunecar. Credo di aver mangiato il miglior Solomillo de ternera al carbon della storia. Praticamente un filetto tenerissimo che si scioglieva in bocca. Considerate che mi hanno anche portato una pietra incandescente, da appoggiare sul tavolo, per lasciarmi la possibilità di migliorare la cottura della carne se non fosse stata di mio gradimento.
Il mattino seguente mi sono svegliato pensando ancora a quel piacevolissimo piatto!
Oggi si vola vicino Granada, a Cenes de la Vega, un bellissimo sito di volo, adatto anche ai non esperti del volo come noi. Breve briefing in atterraggio, grande come un campo da calcio. Anche il decollo è molto easy, Una cima della montagna piatta, e priva di vegetazione, molto adatta ai top landing.
Volo movimentato, ma non troppo, pieno di piacevoli termiche che subito riesco a girare. Il sole e la piacevole giornata mi permettono di raggiungere in pochi minuti i 1500 metri. Le basi sono lì, non molto più alte di noi.
Granada si vede bene in lontananza, e il paesino sotto di noi regala termiche che ci permettono di star su senza nessuna fatica. Anche qui la giornata di volo si conclude con una buona birra e qualche interessata amicizia felina, fatta al bar, a poche centinaia di metri dall’atterraggio. Riuscite ad Indovinate come abbiamo fatto a farceli amici?